Mercoledì è stato San Valentino, la festa degli innamorati, e il magico mondo dei social ha dato il meglio di sé: c’è chi ha condiviso per 24 ore consecutive cuoricini sdolcinati e frasi ottocentesche da far accapponare la pelle, chi ci ha sdegnosamente tenuto a far presente che questa ricorrenza non la festeggia perché è solo una commercialata, chi si è depress* perché single, chi perché è impegnat* e quindi non può sfruttare l’ormonella dilagante nel fatidico giorno, tutto rigorosamente testimoniato e raccontato sul proprio profilo. C’è anche chi ha approfittato dell’occasione per far uscire un contenuto medievaleggiante, ma a questo ormai siete abituati…
A ogni modo, con gli occhi puntati sulle bizzarrie della rete, ma con il cuore rivolto al nostro nume tutelare Alberto “Stranamore” Castagna (che ci piace immaginare lassù, a insegnare a Cupido a far innamorare meglio la gente), anche noi questa settimana abbiamo pensato all’amore. Un po’ rivolgendoci alle nostre vite, un po’ ai temi che ci piace studiare. Partiamo da questi ultimi, così poi ci concentriamo sulle cose davvero interessanti… Partiamo da un punto fondamentale, che troppo spesso finiamo per ignorare: l’amore non esiste.
O meglio, non esiste un unico concetto universalmente riconosciuto nello spazio e nel tempo che si possa identificare con il termine “amore”. Se leggete il Carme 72 di Catullo, ci sono ben tre concetti per definire questa roba: “diligere”, “amare” e “bene velle”; il primo è più generico, vuol dire qualcosa come “provare un forte sentimento”, il secondo si riferisce a un’attrazione assoluta, morbosa e carnale, il terzo ha a che fare con l’affetto, con il trasporto emotivo, con qualcosa di romantico. Quale di questi tre è il nostro “amore”? Tutti e nessuno. E potremmo fare tanti altri esempi, come la non perfetta coincidenza con il “love” inglese (quante volte nelle serie tv ci siamo stupiti sentendo applicare questo termine all’affetto familiare o a quello amicale?), ma oggi ce la siamo sentita particolarmente classica.
A chi volere bene e come sono questioni totalmente relative. Ci sono culture in cui non ci si abbraccia o non ci si tocca praticamente mai, a maggior ragione in pubblico e culture per cui è invece normale coccolare e prendersi cura di pappagalli o maialini, tanto da allattarli dal proprio seno (i maiali, non i pappagalli).
E perché se nel tempo e nello spazio il concetto di amore cambia costantemente, sparisce, ricompare, si adatta a contesti e situazioni diverse, ci spiazza nella sua fluidità, non dovrebbe essere lo stesso nel corso della nostra vita? A noi è capitato e continua a capitare. Da ragazzino, per esempio, ero convinto che fosse indispensabile una certa quota di disperazione per vivere davvero una storia d’amore. Le storie dovevano essere sempre un po’ complesse, magari anche in parte impossibili, sicuramente più fantasiose che reali (si sprecano quelle esclusivamente platoniche). Poi è arrivata la fase delle follie: amore era quella necessità di uscire dall’ordinario, di partire sacco a pelo in spalla all’ultimo minuto, dormire sotto le stelle, camminare tutta la notte in una città nuova e cose del genere.
L’amore doveva dilaniare, far soffrire, togliere il sonno e la fame e mescolarsi inesorabilmente con l’innamoramento. La paura di non piacere e l’insicurezza erano condizioni senza le quali nemmeno era dato di pensare a quel sentimento. Complici sicuramente gli ormoni dell’adolescenza, era altrettanto indispensabile la passione fisica, anche se questa si limitava a contatti reali davvero innocenti, se visti in prospettiva con un’età più adulta. Ma l’attesa di quel bacetto umido fra apparecchi ai denti e puzzo di sudore era tutto ciò per cui vivevamo.
Oggi per me l’amore è una roba strana, forse più difficile da descrivere, perché non si appoggia più a una trama di un film o al ritornello di una canzone pop. C’è di mezzo la familiarità: spesso, quando sono in casa con la mia compagna, è come se mi sentissi da solo. Che forse non è una cosa romantica, ma sicuramente nemmeno brutta, anzi: mi sento così tanto legato a lei da sentirmi libero di dire e fare quello che voglio in sua presenza, come se non dovessi risponderne a nessuno. Un bel peso performativo in meno… Poi l’amore è quella voglia di stare bene con qualcuno. CON qualcuno. Né PER qualcuno, né PER MEZZO DI qualcuno. Il mio scopo non è far star bene l’altr*, né usare l’altr* per stare bene io: quando si supera questo dualismo e si capisce che bisogna costruire qualcosa di nuovo in mezzo a noi due, lì c’è amore.
Poi ci sono i trentenni che sono alle prese col dating, per cui la questione è un po’ diversa. È ancora pieno di post-adolescenti in cerca di qualcuno da cambiare, da socializzare come i pappagalli di cui sopra, con cui vivere un amore travolgente che faccia dimenticare quanto odino la loro vita. È altrettanto pieno di persone che hanno gettato la spugna (o che fingono di averlo fatto) e che dicono di non voler impegnarsi in nulla di serio, per evitare di doversi pentire di aver “sprecato” energie nello sforzo di voler conoscere qualcuno in modo profondo. Quelli che credono nell’amore libero, ché ci metti 5 appuntamenti per capire se intendono che vogliono scopare con chi vogliono, se hanno già una relazione stabile e hanno deciso in accordo con l’altrə di vedersi anche con altre persone, con cui inevitabilmente intessere delle relazioni meno approfondite perchè chi ce l’ha il tempo per stare dietro a tutto?, e chi invece sta deliberatamente tradendo lə partner, nella convinzione che vada bene così. C’è chi è andato in terapia e quindi vuole uscire solo con persone che sono andate in terapia, c’è chi non usa le dating app e chi invece non riesce a conoscere nuove persone senza…
Molto poco letterario, lo ammettiamo. Però si cambia e l’amore cambia con noi: quando questo non accade siamo nel ricordo, nel rimpianto, nel rimorso, nella nostalgia. Non c’è un modo “giusto” di innamorarsi: nel momento in cui lo si capisce e si smette di avere l’ossessione dell’amore, di colpo tutto trova una sua strada, la vostra personale strada. E voi come amate, ieri come oggi? Fatecelo sapere!